Qualche migliaio, ma avrebbero potuto essere molti di più se solo non avessimo dovuto assistere al fuoco di sbarramento di intimidazioni della vigilia. Così la manifestazione da tempo indetta dalle Usb per il diritto all’abitare che si è trasformata ieri pomeriggio in una protesta per le violenze subite dai rifugiati nei giorni scorsi in piazza Indipendenza a Roma. Da piazzale dell’Esquilino fino ai piedi del Campidoglio per dire alla città che tutti sono cittadini e a chi la governa che non potrà cancellare decine di migliaia di persone a colpi di idranti, di sgomberi e di colpevole indifferenza.
Ad aprire il corteo, partito da piazzale Esquilino e diretto in piazza Santa Maria di Loreto, ai piedi del Campidoglio, uno striscione con su scritto “Via Curtatone, Indipendenza, siamo rifugiati, non terroristi”sostenuto dagli stessi profughi malmenati e contornato dalle fotografie delle violenze da loro subite pochi giorni fa.
Dapprima un migliaio, poi due e tre e, quando finalmente il corteo si è incamminato giù per lo stradone di via Cavour, molti di più perché la gratuità e il cinismo della “operazione di polizia” che ha portato prima allo sgombero di un palazzo occupato da quattro anni e poi addirittura al bombardamento a suon di idranti di chi si era accampato nella piazza senza altro posto dove andare, hanno raggiunto un apice. Creando un corto circuito di insopportabilità e disgusto destinato a non esaurirsi in un corteo o con una protesta.
Insomma, il corteo di questo afoso pomeriggio di un sabato di mezza estate è stato un segnale arrivato direttamente alle coscienze e all’orgoglio di ogni cittadino che voglia sentirsi comunità.