Lettere all’assessora Laura Baldassarre
L’associazione di promozione sociale Cittadinanza e Minoranze ha di recente inviato in spirito di collaborazione due lettere all’assessora alla persona del Comune di Roma, Laura Baldassarre.
Con la prima ha segnalato il crescente e gravissimo degrado delle condizioni dei Campi Rom dovuto da una parte alla generale crisi, i cui effetti si sono riverberati anche sulle piccole attività lucrative da cui traggono i mezzi di sostentamento gli abitanti dei “campi”, e dall’altra dall’assenza degli operatori sociali, conseguente al mancato rinnovo delle convenzioni con le associazioni disposto dal commissario Tronca a seguito dell’emersione di Mafia Capitale, di cui hanno risentito molto gravemente i programmi di scolarizzazione dei minori e le perverse dinamiche che in assenza di un’oculata opera di mediazione si sviluppano a danno delle famiglie più deboli e fragili in tutte le situazioni di i ghetto. La lettera si conclude con la richiesta di riportare immediatamente all’interno dei campi, sotto la diretta responsabilità dei Municipi territorialmente competenti,operatori dotati di adeguata professionalità ed esperienza che ripristino le funzioni di supporto e mediazione in precedenza esercitate dalle associazioni. Ciò potrebbe avvenire, se non si intendesse rinnovare convenzioni con quelle associazioni che hanno bene operato in passato, dotando i Municipi delle competenze necessarie mediante contratti di lavoro individuali a termine.
Con la seconda lettera, in relazione alla istituzione del Tavolo comunale per l’attuazione della Strategia Nazionale di Inclusione dei RSC, l’associazione ha posto alcuni problemi di metodo per evitare gli inconvenienti che hanno nullificato l’efficacia del Tavolo Regionale, sottolineando la necessità che:
- sia definito con esattezza il ruolo del Tavolo e cioè il peso che avranno le sue elaborazioni, il ruolo ed il perso che al suo interno avranno le diverse componenti,
- sia affrontato con ponderazione il problema della rappresentanza della popolazione RSC,
- siano definiti con esattezza i compiti dei Municipi ai quali andrebbe assegnata la responsabilità sul piano operativo dell’attivazione e del monitoraggio dei processi di inclusione – che non potranno che essere promossi all’interno dei singoli campi ed a livello almeno delle singole famiglie se non delle singole persone,
- siano stabiliti i tempi di attivazione del Tavolo, il passaggio alle varie fasi – di analisi e consultiva, deliberativa ed esecutiva – affinché tutto il processo abbia tempi certi e procedure immediate.
Potete leggere i testi integrali delle due lettere di seguito.
Gentile assessora
La nostra associazione, attiva da anni nei campi rom (non solo nei cosiddetti villaggi della solidarietà ma anche nei campi detti tollerati ed in quelli spontanei) intende rappresentarle quanto segue.
La condizione dei rom ha subito negli ultimi anni un marcato peggioramento. La povertà che caratterizza la maggioranza di essi è aumentata anche in conseguenza della crisi economica che non li ha risparmiati. L’aggravarsi delle condizioni di povertà balza agli occhi di chi si inoltra nei “campi” ove anche in queste giornate di freddo pungente si scorgono molti bambini scalzi, e mal vestiti.
Le due attività economiche principali, ovvero la vendita di rigatteria e indumenti usati nei mercatini e il commercio dei rottami metallici, sono in calo sia per la generalizzata discesa della propensione al consumo sia per il crollo dei prezzi industriali e quindi delle materie prime. La commercializzazione dei rottami metallici ha subito un drastico ridimensionamento anche per l’entrata in vigore di una severa normativa che esige competenze di gestione amministrativa che spesso i rom non sono in grado di padroneggiare.
La nostra associazione – che ha sempre svolto attività di volontariato e quindi non ha alcun interesse proprio da tutelare – ha constatato che l’assenza delle associazioni ha aggravato le condizioni di vita delle famiglie romanè in genere ingenerando una diffusa rassegnazione, un senso di abbandono e quindi una crescente oggettiva marginalizzazione.
Le associazioni, laddove operavano con impegno e dedizione – e a nostro avviso era nella maggioranza dei casi – costituivano un fattore di mediazione sociale e di aiuto all’integrazione che, seppur insufficiente data la profondità dei problemi, svolgeva una utile funzione. Questa situazione è apparsa evidente dopo la loro dimissione.
Anche relativamente al progetto di scolarizzazione ove le associazioni sono state sostituite dalla <multi servizi> il peggioramento della situazione – misurabile con la crescita degli abbandoni e la diminuzione delle frequenze – è palese. Perché il progetto funzioni – e nei decenni si è comunque constatato come le risorse impiegate e l’impianto strategico fossero inadeguati – non basta il mero accompagnamento. La mediazione tra le famiglie e la scuola, che le associazioni praticavano, è fondamentale.
Il presidente
Marco Brazzoduro
Roma 16 Gennaio 2017
Gentile Assessora,
con grande piacere abbiamo accolto l’approvazione della Delibera comunale 117 relativa all’istituzione del tavolo cittadino per l’inclusione delle popolazioni Rom, Sinti e Caminanti (RSC) che attendevamo da cinque anni. Il Tavolo, come previsto dalla Strategia nazionale di inclusione, fa seguito a quello, istituito alcuni mesi fa, presso la Regione Lazio, al quale abbiamo partecipato producendo documenti e intervenendo alla discussione sia in plenaria che nei gruppi di lavoro.
Quella esperienza, come forse avrà avuto modo di verificare, non è stata positiva né per quanto attiene il rispetto degli impegni dichiarati dai rappresentanti regionali né nella sostanza, poiché a quegli incontri non è seguito alcun atto concreto. Del resto, non avrebbe potuto essere diversamente, dal momento che i gruppi di lavoro si sono riuniti solo tre volte e non hanno prodotto conclusioni significative.
Per evitare che si ripeta una situazione frustrante e sostanzialmente fallimentare come quella che le abbiamo descritto, e con rinnovato impegno alla collaborazione da parte nostra, intendiamo contribuire concretamente al buon esito del Tavolo istituito presso il Comune.
Non sappiamo quando tale Tavolo inizierà a lavorare, e tuttavia Le proponiamo un metodo di lavoro istruttorio che, forse, potrebbe aiutare a garantire maggiore efficacia e operatività alle azioni che la giunta intende intraprendere. Il metodo, ne siamo convinti, è allo stesso tempo un viatico indispensabile per sostanziare contenuti che, altrimenti, rischierebbero di essere calati dall’alto e di essere del tutto inefficaci.
Quindi, convinti che le nostre siano anche le sue preoccupazioni, e che “chi ben comincia è alla metà dell’opera”, le inviamo queste nostre brevi note preliminari.
Istituzione del Tavolo: ci preme conoscere innanzitutto i tempi di avvio del tavolo e per quanto tempo il Tavolo si riunirà. Inoltre, vorremmo sapere se il punto D) relativo alla consultazione “coinvolgendo le Associazione regolarmente iscritte al registro Unar” prevede una eventualità oppure se ci sarà un reale coinvolgimento di tali associazioni.
Poiché i diretti interessati, cioè i “rappresentanti “ delle popolazioni RSC, parteciperanno eventualmente solo alla prima fase, vorremmo che lei ci informasse sul peso che il lavoro che, in quella fase, verrà svolto, avrà sulla seconda e sulla terza fase. Scrivere buoni documenti, come Lei sa perfettamente, non vuol dire di per sé riuscire a modificare lo stato drammatico in cui versano tali popolazioni.
Rappresentanza: in terzo luogo, poiché, come Lei sa bene, la questione della rappresentanza è materia ardua relativamente alle popolazioni RSC, La invitiamo a consultare preliminarmente una serie di soggetti che nei campi vivono e lavorano, per evitare derive piramidali e poco democratiche che, pure, in passato, si sono verificate. Ci dichiariamo senz’altro disponibili a fornirle il nostro supporto in questa fase.
Funzioni del Tavolo e dei Municipi: ci sembra decisivo che siano definiti con precisione compiti e responsabilità del Tavolo ed in genere del livello Comunale e dei Municipi. Ribadiamo il nostro convincimento,già espresso in altri documenti e basato su dati esperienziali, che la responsabilità sul piano operativo dell’attivazione e del monitoraggio dei processi di inclusione – che non possono essere promossi che all’interno dei singoli campi ed a livello almeno delle singole famiglie se non delle singole persone, a partire dagli assi del lavoro e dell’abitare (oltre che dell’istruzione e dell’educazione alla salute) – debba essere intestata ai Municipi che sono l’istituzione più prossima agli insediamenti e ai contesti territoriali in cui sono inseriti. Così come riteniamo che le modalità operative e la programmazione degli interventi debbano essere basate su di una sistematica interazione tra Municipi e Comune secondo l’approccio dal basso o, come vien detto, buttom up.
Tempi: infine, si legge nella Delibera che, entro il 31 dicembre 2017, il piano di programmazione e progettazione dovrà essere presentato alla Giunta Capitolina, ma non è scritto quando si passerà dalla fase consultiva a quella deliberativa e a quella attuativa. Ci rendiamo conto che la responsabilità della deliberazione e dell’attuazione coinvolge l’intera giunta ma ci rivolgiamo a Lei perché proponga tempi certi e procedure immediate poiché, come sa bene, siamo a un punto di non ritorno.
Le porgiamo i nostri saluti.
Il presidente
Marco Brazzoduro
Roma 16 Gennaio 2017