Salvini, odio razziale. Ora la parola alla Procura della Repubblica
Il 1°Agosto la Procura della Repubblica di Roma è stata formalmente investita perché indaghi se nelle dichiarazioni di Matteo Salvini contro gli immigrati, in occasione dell’approdo a Trapani della nave Dicotti, si configuri il reato previsto all’articolo 604 del Codice Penale e cioè
Dopo che avrà assegnato all’atto il numero del procedimento, la Procura potrà scegliere due strade: iscrivere Matteo Salvini nel Registro degli Indagati oppure procedere contro ignoti. Qualora le indagi-ni portassero alla incriminazione di Salvini, questi difficilmente potrebbe evitare il processo in virtù della immunità parlamentare. Di recente infatti la Corte Costituzionale, pronunciandosi sul caso del Senatore Calderola chiamato a rispondere di ingiurie profferite nel corso di un comizio all’indirizzo della deputata del PD Cécile Kyenge, ha dichiarato non applicabile l’istituto dell’immunità, perché le ingiurie non attengono all’attività politica di un parlamentare. La Coorte ha così annullati gli effetti della votazione con la quale l’aula del Senato aveva inteso concedere l’immunità al noto senatore le-ghista.
La questione è stata illustrata in questi termini dall’avvocato Francesco Romano, estensore dell’esposto/denuncia. Il legale ha agito su mandato della “cittadina europea di origine africana” Paula Yao, come essa stessa si è presentata intervenendo nella conferenza stampa convocata per rendere nota l’iniziativa giudiziaria intrapresa su impulso dell’Associazione Baobab Experience. L’avvocato Romano ha precisato che il reato in questione, originariamente introdotto nel nostro Ordinamento dalla legge Mancini(quella stessa legge che il ministro oggi vuole abrogare), è anche perseguibile d’ufficio, ma si è ritenuto necessario avvalersi della facoltà di ri-volgersi alla Autorità Giudiziaria, che la Legge attribuisce a qualsiasi cittadino o cittadina che venga a conoscenza di reati. I motivi di questa scelta li ha illustrati in apertura della conferenza Roberto Viviani, presidente dell’associazione Baobab che, con riferimento a quanto è avvenuto in Europa lo scorso secolo, ha affermato che quando sono minacciati la dignità delle persone e i diritti all’eguaglianza bisogna intervenire senza esitazione se si vuole evitare che la storia possa ripetersi nei suoi risvolti più bui. Gli stessi concetti li ha ribaditi Paula Yao ricordando che appena si è avvicinata al Baobab ha sentito affermare dal coordinatore dell’associazione Andrea Costa che se ad essere calpestato è il rispetto dovuto ad ogni essere umano non possono esservi mezze misure e non ci si può nascondere nelle “zone grigie” della società, ma bisogna schierarsi subito dalla parte giusta.
Non appena la Procura assegnerà il numero del procedimento, l’avvocato Romano provvederà ad integrare la denuncia con l’indicazione di altre dichiarazioni di Matteo Salvini suscettibili di venir considerate quale propaganda dell’odio razziale. Poi toccherà ai Giudici.