Essere o non essere
Nino Lisi
Se non sei iscritto in un’
Questo vale per chiunque; ma non per i Rom e i Sinti. Se hai avuto la sventura di essere nato Rom o Sinto, che tu abbia o no un certificato di nascita fa lo stesso. Non esisti comunque.
E se non esisti non puoi aspettarti che ci si ricordi di te neppure se capita un’emergenza. Ti ignorano in tempi normali – sempre che non ti capiti di peggio, di essere scacciato, per esempio, svillaneggiato o perseguitato – e puoi aspettarti che le autorità si ricordino di te se c’è una calamità? Ma sei proprio assurdo! Se non sa che esisti, se ignora il tuo nome come può menzionarti? Se non rientri in una “categoria”, come può concepire una provvidenza che si adatti al tuo caso? Ragioniamo: come si fa a inventare una cassa integrazione guadagni per chi un guadagno non ce l’ha: un guadagno con busta paga oppure partita iva? Una provvidenza per uno o una che si “arrangia” alla meno peggio come può immaginarsi? Come si può calcolare, ad esempio, il mancato introito da elemosine? Come si valuta il reddito da “lavoretti”? Non si può. E allora può una “determina dirigenziale” disporre un rimborso per un importo che non è definibile? Certo che no. Ma poniamo pure che un Dirigente scriteriato firmasse una determina del genere, potrebbe un Ragioniere Capo mettere la sua firma sotto il conseguente “mandato”? Ovviamente no! Poniamo comunque che per avventatezza multipla si trovassero un dirigente scriteriato e un Ragioniere Capo sprovveduto che firmassero siffatti “atti”, questi, gli atti, certamente non supererebbero il controllo della Corte dei Conti. Allora i meschini firmatari dei due documenti sarebbero condannati per “danno erariale” e chiamati a rimborsare il mal “disposto” e mal “erogato” importo, indebitamente sottratto all’Erario che è quel Tale che mette le mani nelle tasche di quei contribuenti che se le fanno mettere e raccoglie i quattrini che servono per pagare ospedali, scuole e altri servizi, nonché la cassa integrazione e altre provvidenze ai cittadini che esistono.
Per i Rom e i Sinti non c’è dunque rimedio. In tempi di coronavirus non possono difendersi dal contagio né possono mangiare. Ma poi, perché dovrebbero farlo se non esistono?
Ma invece esistono, con una bocca, uno stomaco gli occhi, il cuore e il cervello, nonché gambe e braccia, mani e piedi, sentimenti e pensieri come tutti gli altri esseri umani. E con una pazienza infinita, come tutti gli esclusi. Una pazienza che più infinita non si può. Pari solo alla vergogna che tutti/e noi gagé dovremmo avere e non abbiamo. Per accettare di vivere in una società organizzata così. Anzi per concorrere anche noi ad organizzarla così.