Ladri di bambini. Un convegno
Si è tenuto nel pomeriggio di oggi, 20 novembre, nella sala Nilde Iotti del parlamento, il convegno “Fuori famiglia. Il percorso che allontana i bambini rom dalle loro famiglie” organizzato dall’Associazione 21 luglio.
Ecco un breve resoconto dal quotidiano online RomaToday.
Martedì 20 Novembre si celebra, in tutto il mondo la Giornata internazionale per i Diritti dell’infanzia e dell’Adolescenza, data in cui venne approvata la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia a New York dall’ Assemblea generale delle Nazioni Unite. In Italia, si registra però, una carenza di iniziative che diano risalto alla commemorazione e l’attenzione delle istituzioni in merito è molto bassa.
In Italia, in particolare si contano 1,2 milioni di minori che vivono in condizione di povertà assoluta e quasi il doppio in povertà relativa. La maggiore condizione di disagio economico si registra nelle aree periferiche delle metropoli, quindi anche di Roma, dove vivono in prevalenza famiglie rom composte da numerosi minori.Fuori famiglia. Il percorso che allontana i bambini rom dalle loro famiglie
Il bambino rom in emergenza abitativa è oggetto di amnesia istituzionale, ci si ricorda dei bambini rom solo quando si apre una procedura giudiziaria, così i numerosi casi di bambini che compaiono nei fascicoli dei Tribunali dei minori. I dati emersi da un rapporto elaborato dalla ricercatrice Carlotta Saletti Salza nel 2010 parlano con chiarezza: in Italia un minore rom avrebbe 17 probabilità in più di essere dichiarato adottabile rispetto a un minore non rom. Da uno studio successivo, realizzato da Associazione 21 luglio nel 2013, è emerso che nella Regione Lazio un minore rom in emergenza abitativa, rispetto ad un suo coetaneo non rom, ha circa 60 possibilità in più di essere segnalato alla Procura della Repubblica presso il tribunale per i Minorenni; circa 50 possibilità in più che per lui venga aperta una procedura di adottabilità e quasi 40 possibilità in più di essere dichiarato effettivamente adottabile.
L’ Associazione 21 Luglio ha rilevato, inoltre, che numerosi amministratori locali davanti alle problematiche relative a un insediamento rom, fanno prevalere un approccio al di là delle possibilità d’inclusione sociale vedendo come unica via l’ adozione o l’affido. Questa forma mentis è ribadita anche nel “Contratto per il governo del cambiamento”, nel quale è sottolineato per i soli bambini rom “l’obbligo di frequenza scolastica dei minori pena l’allontanamento dalla famiglia o la perdita della potestà genitoriale”.
“Sembra incredibile, eppure nell’Italia del 2018, ancora è possibile registrare forme di esplicito apartheid che colpiscono l’infanzia rom”, ha affermato Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio, che ha poi specificato, “Nei centri dove insistono i più grandi insediamenti, soprattutto nelle città di Roma, Napoli e Torino ma anche in aree del Sud Italia, non si investe per ridare dignità e speranza ai ‘figli delle baraccopoli’, per combattere le diseguaglianze, per dare sostegno alle pochissime realtà che ancora si impegnano nell’offrire opportunità educative. Neanche nella Giornata per i diritti dell’infanzia ci si ricorda di loro”.