Lettera aperta all’Unar

Dalle Associazione Roma network e Rowni (Roma Women Network) una lettera aperta che Cittadinanza e minoranze ha deciso di sottoscrivere:

“Siamo un gruppo di attivisti e mediatori membri dell’associazione “Roma network” (Roma Women Network). Lo scopo di questa lettera aperta è quello di esprimere la nostra profonda delusione per quello che concerne le politiche rivolte alle comunità dei rom e sinti elaborate e applicate dallo stato italiano nelle sue varie articolazioni, nazionali, regionali e locali. Queste politiche sono caratterizzate da connotazioni profondamente negative. Sono infatti intrise di intenti discriminatori, segregazionisti se non di vero e proprio razzismo.

Come è noto in Italia nel febbraio del 2012 il Consiglio dei Ministri ha emanato una “Strategia Nazionale di Inclusione di Rom Sinti e Caminanti”. Questo nutrito documento è stato accolto con entusiasmo dalle nostre comunità che vi hanno letto una chiara manifestazione politica al più alto livello di avviare finalmente azioni di miglioramento delle condizioni di vita dei RSC in direzione di una vera integrazione comportante il riconoscimento di diritti e doveri secondo lo spirito delle leggi e della Costituzione italiana. Una critica però ci sentiamo di formulare: riguarda l’assenza di un seppur minimo accenno alla problematica relativa alla condizione femminile nel mondo rom e sinti. Ormai la tematica della parità di genere è universalmente posta sotto il fuoco dell’attenzione e non ci pare un piccolo difetto l’assenza totale della presenza di questo argomento specialmente in un documento redatto dall’UNAR cui è stato conferito istituzionalmente il compito e la responsabilità di contrastare ogni forma di discriminazione.

La Strategia si incardinava su quattro assi (Lavoro, abitazione, salute, istruzione) ma nonostante siano trascorsi più di quattro anni nulla di concreto è stato realizzato in nessuno dei quattro assi citati. Al contrario le manifestazione mediatiche di consunti pregiudizi, dalle reti TV, ai siti web alla carta stampata, come gli episodi di stereotipizzazione, discriminazione e finanche di becero razzismo sono sempre più frequenti.
Noi lamentiamo e protestiamo contro il mancato coinvolgimento dei rom e sinti e delle loro associazioni nei livelli decisionali. La nostra presenza è prossima allo zero. Rivendichiamo invece il nostro diritto non solo ad essere consultati, il che sarebbe il minimo, ma anche e soprattutto a partecipare da protagonisti alle decisioni, ai tavoli in cui si assumono iniziative di cui noi siamo l’oggetto. E’ mai possibile che siano sempre “gli altri” a decidere quello che va bene per noi ? In questo modo non si fa che rischiare di perpetuare i disastri degli anni ’80 e seguenti quando 11 Regioni italiane vararono leggi sull’integrazione dei RSC (ro, sinti e caminanti) che dettero luogo alla istituzione (unico Paese in Europa) dei cosiddetti campi nomadi (espressione successivamente ingentilita in quella di “villaggi della solidarietà).

I RSC non sono nomadi da generazioni come anche la Strategia Nazionale ampiamente riconosce e guarda caso hanno le stesse esigenze in termini di lavoro e casa dei gagé (non rom). Per il futuro speriamo che finalmente – dopo anni di colpevole inerzia – si dia avvio all’applicazione della Strategia con il coinvolgimento e la partecipazione a pieno titolo dei RSC. Non chiediamo un gentile elargizione o una concessione dall’alto ma solo il riconoscimento dei diritti che ci competono in quanto esseri umani, vale a dire la possibilità di condurre una vita degna, di fruire di un futuro tranquillo per le giovani generazioni, nello spirito delle leggi che contemplano diritti e doveri.

Roma Women Network e Associazione Romnì onlus chiedono all’UNAR il sostegno alla presentazione dei nostri progetti. Purtroppo dobbiamo segnalare che recentemente due nostri progetti non sono stati accettati. Uno di questi era un progetto che riguardava i gruppi L.G.B.T. rom. L’altro concerneva la problematica relativa alla violenza contro le donne.
Rammentiamo che il direttore dell’UNAR Francesco Spano nel discorso da lui proferito a Varsavia dichiarava testualmente. “Un altro importante impegno affidato all’Ufficio è quello del contrasto ad ogni forma di discriminazione legata all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
Nessuno dei nostri due progetti presentati all’UNAR è stato ritenuto degno di una risposta argomentata
In conclusione reiteriamo la nostra profonda delusione per il comportamento delle Istituzioni. L’UNAR è stato delegato al monitoraggio della Strategia (2012-2020) ma così come le cose sono andate finora si profila l’eventualità che si arrivi al termine temporale senza che nulla sia stato fatto. Siamo al termine del 2016, ovvero sono trascorsi quattro anni dall’approvazione del documento che reca nel dettaglio analisi e proposte (sono ben 100 pagine a stampa) ma questa montagna di carta non ha partorito neppure un topolino.
Sarà che quando si tratta di RSC, gli ultimi degli ultimi, tutto è lecito ?

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