“Non vogliamo stare in silenzio”
Questo appello, che sta circolando in rete solo da un giorno, e che chiede di apporre la firma della propria associazione o della persona, ha già raccolto centinaia di adesioni. Anche quella di Cittadinanza e Minoranze.
“È in corso un nuovo sterminio di massa. Donne, bambini, uomini, intere famiglie costrette a fuggire dalla guerra, dai disastri ambientali, dalle persecuzioni e dalla violenza, dalla miseria e dalla fame. Costretti a farlo indebitandosi, subendo violenze e torture nelle carceri libiche, rischiando di annegare, di morire di sete e di ustioni da carburante su barconi fatiscenti. Obbligati a questo calvario dai governi dell’Europa che ha prima saccheggiato le risorse dell’Africa e armato i conflitti che la dilaniano e poi ha chiuso le porte ai profughi di quelle guerre, obbligandoli alla fuga per l’unica via accessibile, la più pericolosa: il Mediterraneo, dove muoiono il 75 per cento dei migranti che in tutto il mondo, a migliaia, perdono la vita durante la loro fuga.
Il nostro Governo non è indifferente a questa carneficina ma complice: invia navi militari per impedire ai migranti di lasciare le coste dell’Africa; firma accordi con i dittatori dei paesi che perseguitano i profughi per bloccare ai confini chi tenta la fuga; perseguita le Ong che – senza altro fine che quello umanitario – salvano i migranti in mare; impone loro condizioni che rendono impossibile o vano l’intervento, come il divieto di trasbordare i profughi su imbarcazioni più grandi o l’obbligo della presenza sulle navi di ufficiali militari armati, inaccettabile per le associazioni umanitarie che operano in terre di conflitto solo grazie alla loro neutralità.
Il governo italiano si accanisce poi contro quelli che riescono a partire. Vuole respingerli in Libia e riconsegnarli agli aguzzini che li hanno torturati, perché i segni di stupri e torture sono vecchi e non vengono refertati, rendendo spesso vana la richiesta di asilo e protezione. Se arrivano in Italia, per i richiedenti asilo c’è la roulette del sistema d’accoglienza straordinario: alloggi e gestori troppo spesso inadeguati e incompetenti, grandi centri dove sono solo numeri. A loro viene comunque richiesto di svolgere lavori socialmente utili: di lavorare gratis, per noi. Alcuni sindaci minacciano di ritorsioni le famiglie che accolgono i migranti, vogliono che paghino più tasse. Altri si rifiutano di accogliere i rifugiati nei loro comuni. Altri intimano lo sgombero dei presidi dove volontari distribuiscono gratuitamente pasti e vestiti e dispensano cure mediche. La RAI, il servizio pubblico, diffonde la falsa informazione che l’Italia sia sotto assedio, che sia in corso un’invasione di profughi, che l’accoglienza non sia sostenibile, quando il nostro paese non figura nella lista di quelli che ospitano più rifugiati: in Europa, in proporzione al numero degli abitanti di ciascun paese, l’Italia è solo al decimo posto.
Noi preferiremmo che non fosse così. Ci adoperiamo ogni giorno perché non sia così. Siamo qui a sfidare il Governo che criminalizza chi salva vite umane, a disobbedire ai sindaci che intimano di non accogliere i profughi, a denunciare la loro complicità con questo deliberato sterminio.
«Preferirei di no», risposero i professori universitari che si rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo. Furono solo 12 su 1200.
Stavolta sappiamo di essere di più, e desideriamo creare un luogo dove chi pensa che la fuga dalla guerra dai disastri ambientali, dalle persecuzioni e dalla violenza, dalla miseria e dalla fame sia un diritto e che l’accoglienza, come dice la legge e la nostra Costituzione, un dovere possa trovarsi e attivarsi.
Per farlo chiediamo a tutte le persone che credono nei diritti, nella solidarietà e nella giustizia di sottoscrivere questo appello e di mobilitarsi con noi per esprimere la propria solidarietà nei confronti di chi rischia la vita e di chi la salva.
Non staremo in silenzio, non staremo a guardare.