Rom e Sinti al Viminale: blocco degli sgomberi
L’Associazione Nazione Rom (ANR) ha chiesto al Ministero dell’Interno la convocazione urgente di un incontro a Roma, nel Palazzo del Viminale.La richiesta è stata corredata da un dossier inviato al Ministro Matteo Salvini, al Capo di Gabinetto Prefetto Matteo Piantedosi, al Vicario Emanuela Garroni, al Prefetto Paolo Formicola e all’Ufficio II – Ordine e Sicurezza Pubblica diretto dal Viceprefetto Vittorio Lapolla, dal Viceprefetto Anna Rosiello e dal Viceprefetto aggiunto Teresa Cappiello.
Sono state parimenti interessate le Prefetture di Perugia, Firenze, Roma, Varese, Napoli ed i Comuni amministrati dai Sindaci Nando Mismetti, Dario Nardella, Susanna Ceccardi, Francesca Brogi, Virginia Raggi, Andrea Cassani, Luciano Franzis, Antonio de Magistris, Raffaele Lettieri ed il Commissario Straordinario di Casoria Santi Giuffrè.
Coinvolte le Regioni Umbria, Toscana, Lombardia, Veneto, Campania, i Presidenti Catiuscia Marini, Enrico Rossi, Attilio Fontana, Luca Zaia, Vincenzo de Luca, Nicola Zingaretti, UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali c/o la Presidenza del Consiglio dei Ministri coordinata da Luigi Manconi, il Consiglio Nazionale Rom Sinti Caminanti (RSC), il Forum Nazionale RSC, l’Associazione Chi Rom e.. Chi No, gli studi legali degli Avvocati Pietro Romano, Annalisa Rosi Cappellani, Gianni Mannucci, i Procuratori del Tribunale di Roma Giuseppe Pignatone, Alberto Pioletti, Letizia Golfriedi ed i Commissari Europei alla Giustizia Vera Jourova, agli Affari Sociali Marianne Thissen ed agli Affari Regionali Corina Cretu.
Ecco il testo integrale:
la presente con richiesta urgente di convocazione c/o il Viminale, Ministero dell’Interno, di incontro tra gli attori istituzionali e della società civile, indicati in intestazione, per sospensione sgomberi, elaborazione e condivisione di piani di inclusione sociale locali e regionali, rispetto della direttiva emanata dal Capo di Gabinetto del Ministero dell’Interno Prefetto Matteo Piantedosi, implementazione degli Accordi Quadro Strutturali Europei e relativa Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, Sinti, Caminanti;
la richiesta è seguente a quanto già inviatovi in data 4 gennaio 2019, relativamente alla crisi in atto a Gallarate, in Provincia di Varese, allo sgombero della popolazione di etnia Sinti, alla richiesta di convocazione delle parti c/o il Ministero dell’Interno, Viminale, Roma, richiesta ad oggi, da voi inevasa;
la mattina del 30 gennaio 2019, si è tenuto un incontro c/o la Prefettura di Perugia, tra una delegazione RSC, il Vicario Michele Formiglio, il Capo Gabinetto Antonio Giaccari, il Vice Sindaco di Foligno Rita Barbetti, il Comandante della Polizia Municipale Mazzolini Sandro, rappresentanti dei Servizi Sociali, per scongiurare uno sgombero senza inclusione sociale a Sant’Eraclio, elaborare congiuntamente percorsi di protezione sociale delle famiglie in marginalità e fragilità, come previsto da accordi europei e direttive nazionali. La vicenda è stata seguita dal Tg3 Regionale dell’ Umbria;
CONSIDERATO CHE
dal luglio del 2018 si sono susseguiti, in tutta Italia, sgomberi di intere comunità RSC, irrispettosi della dignità umana, dei diritti costituzionali delle famiglie e dei singoli, degli Accordi Quadro Strutturali Europei, della relativa Strategia Nazionale con Unar c/o la presidenza del Consiglio dei Ministri punto di contatto nazionale, della direttiva inviata a tutte le Prefetture dal Ministero dell’Interno Prefetto Matteo Piantedosi;
risulta altresì violata l’accordo tra Governo, Regioni, Province ed Enti Locali (repertorio atti n. 104 del 5 novembre 2105 – Conferenza Unificata c/o la Presidenza del Consiglio dei Ministri) per la promozione e la diffusione delle “linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia”;
il 26 luglio 2018, a Roma Capitale, 420 cittadini RSC sono stati sgomberati dal Camping River, a seguito di una ordinanza contingibile ed urgente emessa dal Sindaco Virginia Raggi. La popolazione tra cui 197 minori, è stata messa sulla strada senza alternative credibili e praticabili. Una vicenda che abbiamo denunciato direttamente alla Procura della Repubblica c/o il Tribunale di Roma. Le sollecitazioni mosse negli ultimi sei mesi, alla Prefettura di Roma, con richieste di convocazione di un tavolo tra le parti non hanno trovato nessuna risposta. La stragrande maggioranza delle famiglie sgomberate si trova, ad oggi, costretta a vivere in strada, sotto i ponti e dentro baracche. Successivamente alle operazioni di sgombero, numerosissime famiglie, donne, giovani, adulti, hanno denunciato alle telecamere dei media presenti, violenze subite da parte della Polizia Municipale;
la mattina dell’11 ottobre 2018, il campo Rom di Firenze, posto accanto alla Scuola dei Marescialli, in Viale XI Agosto, all’interno dell’ex Mobilificio Becagli è stato sgomberato. Una azione eseguita dal Sindaco di Firenze Dario Nardella. Nel campo vivevano 150 cittadini di etnia Rom, tra cui 50 minori, tutti provenienti dalla Romania. Sono le stesse famiglie sgomberate per 19 volte, negli ultimi 8 anni, dai Sindaci della Piana Fiorentina: tra loro Mihai Maria e Mihai Severin madre e padre di Marian Ciungo, morto bruciato vivo il 19 dicembre 2017, durante l’incendio che distrusse il luogo dove viveva. I Servizi Sociali non hanno offerto nessuna alternativa abitativa che preservasse l’unità familiare;
in data 1 agosto 2018 era stato firmato un protocollo di intesa tra Regione Toscana, Comune di Firenze, Sesto, Prato, Carrara e Lucca, con lo stanziamento di 1.5 milioni di euro: fondi europei destinati a promuovere interventi per “superare i campi rom” con accordi siglati dagli amministratori. Alle famiglie rom sgomberate, senza nessun formale preavviso da parte delle autorità locali, non è stata offerta nessuna soluzione abitativa, contributo di affitto, ristrutturazioni. Solo ruspe per distrugge precarie ed umili abitazioni. Associazione Nazione Rom (ANR) ha immediatamente contattato Ministero dell’Interno, Prefettura, Regione Toscana e Comune di Firenze chiedendo di fermare l’azione distruttrice e permettere ai cittadini ed alle famiglie di recuperare i propri effetti personali dalle proprie abitazioni senza ottenere risposte;
CONSIDERATO CHE
a Gallarate, successivamente all’incontro tenutosi in data 30 novembre 2018, c/o la Prefettura di Varese, tra il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, una rappresentanza RSC ed il Sindaco Andrea Cassani, risultano ancora 20 le famiglie prive di qualsiasi offerta e soluzione abitativa. Solo 5 famiglie hanno trovato accoglienza c/o abitazioni con assegnazioni in deroga di case popolari. Con recentissima sentenza, il Tribunale di Busto Arsizio ha affermato che (rimandando al TAR) l’amministrazione ha attuato uno sgombero senza emissione di provvedimento ed eccedente da quanto reso necessario dal ripristino della legalità. Deve comunque essere assicurata la tutela dei bisogni e degli stili di vita di una minoranza ed è necessario individuare soluzioni alternative;
il 17 dicembre 2018, a Cascina, in Provincia di Pisa, il Sindaco Susanna Ceccardi ha proceduto a sgomberare, con un intervento pianificato in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, 34 cittadini di etnia RSC dal campo di Via del Nugolaio a Navacchio. Non è stato predisposto nessun piano di inclusione sociale e tutte le famiglie sono state costrette, nel giro di pochissimi giorni, a trasferirsi nel vicino Comune di Ponsacco, una situazione denunciata alla Prefettura dallo stesso Sindaco Francesca Brogi;
CONSIDERATO CHE
nel prossimo imminente periodo, a seguito di ordinanze emesse dall’amministrazione comunale, risultano a rischio sgombero altre famiglie di etnia Sinti residenti nel Comune di Cessalto in Provincia di Treviso, nella Regione Veneto. Ad oggi non è stato ancora concordato nessun piano di inclusione sociale per i soggetti e le famiglie in fragilità;
nel Comune di Acerra, il prossimo 26 febbraio 2019 è previsto lo sgombero di una comunità RSC composta da cento persone, di cui la metà sono minori. Nessun piano di inclusione è stato disposto dalle amministrazioni locali e dal Sindaco Raffaele Lettieri;
nel Comune di Casoria vive una nutrita comunità RSC in condizioni di estrema marginalità che è stata raggiunta da analoga ordinanza di sgombero. L’Amministrazione Comunale è stata commissariata e non è stato predisposto nessun piano di inclusione sociale;
nel Comune di Napoli è a rischio di sgombero la comunità RSC di cupa Perillo, 300 persone;
RICHIAMATO E RICORDATO
la sottoscrizione dello Stato Italiano, degli Accordi Quadro Strutturali Europei, in sede di Consiglio Europeo del 23-24 giugno 2011, con ratifica della comunicazione n. 173, del 5 aprile 2011, emanata dalla Commissione Europea;
l’emanazione della Strategia Nazionale di Inclusione, in data 28 febbraio 2012, con UNAR Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio, punto di contato nazionale che doveva portare alla convocazione di TAavoli di inclusione regionali e nei comuni di Roma, Milano, Napoli, torino e Venezia dove RSC rappresentavano istituzionalmente i propri interessi;
la non applicazione della Strategia Nazionale e la sua violazione, su tutto il territorio della Repubblica Italiana, tranne nella Regione Liguria, per il periodo febbraio 2014 – aprile 2015, arco temporale nel quale è stato varato il TAVOLO DI INCLUSIONE RSC con ASSOCIAZIONE NAZIONE ROM, ASSOCIAZIONE ROMNI ESMERALDA ED ASSOCIAZIONE ROM ANTICAMENTE NETWORK effettive componenti istituzionali nel rispetto degli Schemi di governance consegnati alla Commissione europea;
il finanziamento tramite i Fondi Strutturali Europei dei PON Programmi operativi Nazionali, PON Inclusione 2014 – 2020 (1.250.000.000 euro) e PON Metro 2014 – 2020 (894.000.000 euro) e dei POR Programmi Operativi Regionali, FSE Fondi Sociali Europei 2014 – 2020, FESR Fondi Europei di Sviluppo Regionale 2014 – 2020, FEASR Fondi Europei di sviluppo Agricolo Regionale 2014 – 2020, per un totale complessivo di sette miliardi di euro;
l’estromissione, nella quasi totalità, della rappresentanza RSC dai Comitati di sorveglianza, formatesi relativamente alla gestione dei FONDI STRUTTURALI EUROPEI;
la denuncia prodotta da ANR al Commissario Europeo agli Affari Regionali Corina Cretu, durante la manifestazione “The State Of The Union” l’11 maggio 2018 a Firenze e la relativa apertura di inchiesta protocollata a Bruxelles in data 13 giugno 2018;
RICHIAMATA
nella sua interezza, la direttiva emanata dal Prefetto Matteo Piantedosi, Capo Gabinetto del Ministero dell’Interno, con la quale si sostanzia che in materia di occupazione arbitrarie di immobili e di sgomberi, gli indirizzi che le Prefetture, le Regioni e gli Enti Locali devono seguire, prevedono interventi volti a verificare le effettive condizioni di fragilità delle persone coinvolte, la sinergia interistituzionale finalizzata alla ricerca di soluzioni, il censimento degli occupanti condotto dai Servizi Sociali dei Comuni anche con l’ausilio dei soggetti del privato sociale, l’identificazione e la composizione dei nuclei familiari, la rete parentale, la presenza di minori ed altre persone in condizione di fragilità, la verifica della situazione reddituale;
qualora, all’esito dei suddetti accertamenti, si abbia fondato motivo di ritenere che i soggetti in situazione di fragilità, interessati all’esecuzione dello sgombero, sarebbero privi della possibilità di soddisfare autonomamente le prioritarie esigenze, i Servizi Sociali dovranno attivare specifici interventi, individuando strutture provvisorie di accoglienza ove poter collocare gli occupanti per il tempo strettamente necessario all’individuazione di soluzione alloggiative alternative. Il diritto di proprietà recede a fronte di quelle situazioni che possono pregiudicare l’esercizio, da parte degli occupanti, degli impellenti e irrinunciabili bisogni primari per la loro esistenza, collegati ad una particolare condizione di fragilità;
nella fase successiva allo sgombero, sarà cura, degli enti preposti, individuare le soluzioni che possano permettere di sostenere percorsi di inclusione sociale delle persone in situazione di fragilità, anche all’interno di complessive strategie di intervento condivise con le Regioni;
CONSIDERATO CHE
la direttiva emanata dal Prefetto Matteo Piantedosi, Capo Gabinetto del Ministero dell’Interno, prevede, laddove a livello territoriale, nell’ambito del rapporto con le altre Amministrazioni interessate, dovessero determinarsi situazioni di particolare complessità, anche rispetto all’attivazione delle sopra richiamate direttive, le SS.LL, potranno interloquire direttamente con il Gabinetto del Ministero dell’Interno, presso cui è istituito il punto di contatto attraverso l’Ufficio II Ordine e Sicurezza Pubblica diretto dal Vice Prefetto Vittorio Lapolla.
Richiamato tutto quanto sopra descritto, si chiede quanto espresso in oggetto, ovvero urgente convocazione c/o il Viminale, Ministero dell’Interno di incontro tra gli attori istituzionali e della società civile, indicati in intestazione, per sospensione sgomberi, elaborazione e condivisione di piani di inclusione sociale locali e regionali, rispetto della direttiva emanata dal Capo di Gabinetto del Ministero dell’Interno Prefetto Matteo Piantedosi, implementazione degli Accordi Quadro Strutturali Europei e relativa Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, Sinti, Caminanti.