Storia della Memoria
Marco Brazzoduro
Porrajmos è il termine con cui i rom fanno riferimento allo sterminio subito dal regime nazista e suoi alleati. Significa “grande divoramento”. Alcune comunità usano il termine “Samudaripen” (tutti morti).
La pratica genocidaria dei nazisti segui’un percorso scandito in diverse tappe a partire dal 1933 ovvero dalla data della presa del potere.
Va anche precisato che l’ostilità contro i rom era già ampiamente radicata nella società civile e numerosi erano i casi di angherie e soprusi che subivano da parte delle “forze dell’ordine”. Comunque con l’avvento del nazismo l’atteggiamento e il comportamento nei confronti dei rom (in Germania soprattutto sinti) subì un salto di qualità. La polizia locale a partire dallo stesso anno adottò una miriade di misure discriminatorie. A livello normativo vennero promulgate due leggi – nel ’33 e nel ’35 – che imponevano la sterilizzazione forzata “allo scopo di prevenire la trasmissione di caratteristiche ereditarie indesiderabili”.
Nel 1935 vengono approvate le “leggi di Norimberga” che costituiscono le premesse del genocidio in primis degli ebrei e con essi dei rom e sinti. La legge sulla cittadinanza statuisce che la premessa inderogabile per il riconoscimento del diritto di cittadinanza è l’appartenenza al “sangue tedesco” per cui ebrei, rom, sinti, neri non possono essere cittadini. La salvaguardia del sangue tedesco esigeva che si trovasse “una soluzione finale alla questione degli zingari”.
“Lo zingaro non potrà mai essere educato a diventare una persona utile. Per questo la genia zingara deve essere estirpata (ausgerottet) mediante sterilizzazione o castrazione”.
La contemporanea “legge del sangue” vieta e sanziona non solo i matrimoni ma anche i rapporti sessuali con individui privi di sangue tedesco.
Un ulteriore salto di qualità viene registrato nel 1936 con l’istituzione dell’Ufficio Centrale per la Lotta contro la Nocività degli Zingari”. Rom e sinti, provenendo dall’India appartengono alla “razza” ariana ovvero alla stessa “razza” dei tedeschi. Per trovare una giustificazione pseudoscientifica alla persecuzione fu elaborata una teoria per la quale il loro nomadismo li avrebbe condotti a ibridarsi con altri ceppi genetici. In tal modo avrebbero perduto la purezza originaria attraverso ripetute pratiche di contaminazione che a loro volta avrebbero comportato un esito di degenerazione razziale. Il 90% di rom e sinti apparterrebbero a questa categoria
Nel ’38 vengono varate norme repressive contro gli “asociali”. I rom e sinti ne sono i principali bersagli: in circa 10.000 sono rinchiusi in appositi lager.
Nell’ottobre dello stesso anno viene varato lo Zigeunerlass (decreto sugli zingari) la cui finalità dichiarata era la “Lotta alla piaga degli zingari sulla base delle esperienze e delle ricerche finora condotte”. Gli uffici di polizia erano tenuti a schedare (Erfassung) tutte le persone che “per il loro aspetto, usi e costumi, potevano apparire zingari come pure le persone che andavano in giro alla maniera degli zingari”.
Con il Decreto di Stabilizzazione (17.10.1939) ai Rom e sinti era imposto l’obbligo a non muoversi dalla residenza. In caso di trasgressione la sanzione consisteva nella deportazione in lager.
Il 25-27 ottobre 1939 viene effettuato il censimento di rom e sinti con il contemporaneo avvio della predisposizione di campi di raccolta in cui rinchiuderli.
Nel 1940 un decreto ordina il trasferimento di tutti i rom e sinti nel cosiddetto Governatorato Generale istituito nella Polonia occupata (in realtà operazione riuscita solo in minima parte).
Nel maggio 1941 il Liquidierungsbefeal (Ordine di liquidazione) dispone “l’uccisione di tutti gli indesiderabili dal punto di vista razziale e politico in quanto pericolosi per la sicurezza”. Erano quattro le categorie principali di indesiderabili:
1. I funzionari comunisti
2. Gli asiatici inferiori
3. Gli ebrei
4. Gli zingari
Nel giugno del ’41 viene lanciata l’operazione Barbarossa ovvero l’invasione dell’Unione Sovietica. Con essa le dinamiche persecutorie e sterminatrici di cui il regime nazista si era intestato fin dall’inizio subiscono una radicale accelerazione. Loro fine era di creare le condizioni per l’espulsione tendenzialmente annientatrice di tutti i “portatori di sangue straniero”
Il 16 dicembre 1942 viene emanato l’Auschswitzlass (decreto di Auschswitz): tutti gli zingari dovevano essere internati.
Gli studiosi stimano che i rom e sinti trucidati ammontino a una cifra compresa tra i 200 e i 500 mila. Il calcolo è difficile perché spesso rom e sinti venivano sterminati per strada: Venivano raccolti, gli si faceva scavare una grande fossa e poi venivano fucilati sul posto. Spesso venivano gettati nelle fosse ancora vivi.
Il 2 agosto è il giorno in cui rom e sinti commemorano il porrajmos perché quel giorno del 1944 gli ultimi reclusi nello zigeuner lager di Birkenau – circa 3000 – vengono avviati ai forni.