Violenze sui profughi: sabato corteo a Roma
I Movimenti per il diritto all’abitare romani hanno indetto per questo sabato la mobilitazione “non ci faremo dividere”. Un corteo cittadino che partirà dall’Esquilino alle 16. L’appuntamento era stato preso subito dopo lo sgombero dello stabile di via Curtatone/piazza Indipendenza ma a loro si sono aggiunte, dopo gli idranti e le manganellate di giovedì, associazioni, centri sociali e un ampio tessuto di cittadini.
Il comunicato dei Movimenti per il diritto all’abitare:
In un clima di tensione innalzato alle stelle dai gravi fatti di Barcellona, Prefettura e Campidoglio sotto l’egida del Ministero dell’Interno, scelgono di gettare altra benzina sul fuoco. Inseguendo la pancia del paese (almeno per come viene rappresentata dai più “potenti” mezzi di informazione), si vuole mostrare all’opinione pubblica il pugno duro del governo. Peccato che lo si faccia contro il nemico sbagliato: poveri, migranti e rifugiati. Il risultato, dopo gli sgomberi di via Quintavalle e di via Curtatone, sono centinaia di persone accampate in zone nevralgiche della città, decine di donne, uomini e bambini costretti a vivere all’addiaccio in piazza Indipendenza e in piazza SS Apostoli. Un’operazione ancora più odiosa se si considera che i nuclei familiari di queste due realtà erano inseriti all’interno di quella Delibera Regionale per l’Emergenza Abitativa che il Campidoglio ancora oggi rifiuta di attuare, nonostante i fondi messi a disposizione dalla Regione Lazio. Nelle scorse ore appreso la notizia dell’apertura di un tavolo permanente fra una rappresentanza degli sgomberati di via Curtatone e l’assessore alle Politiche Sociali Laura Baldassarre. Non vorremmo che si trattasse di una iniziativa del Campidoglio volta soltanto a far desistere e separare la tenace comunità dei rifugiati, visto che si continua a parlare di soluzioni diversificate fra le persone che condividono questa tragica situazione e soprattutto di “attenzione” verso le cosiddette situazioni di fragilità sociali (anziani, invalidi, donne con minori ecc). Soluzioni come case famiglia e centri di accoglienza che, peraltro, sono di carattere temporaneo e ben lontane dall’essere abitative in senso proprio. Al netto di queste considerazioni, prima di tutto ci chiediamo se, secondo Raggi e Baldassarre, tutte le persone che occupano un immobile per necessità e che sgomberati si accampano perché non hanno alternative non siano da considerarsi tutte e tutti fragili socialmente. Come altro definirli infatti? Ci chiediamo inoltre quale sia il gioco dell’amministrazione nella gestione degli sgomberi. Inoltre, alle famiglie di Cinecittà ancora accampate presso la Basilica di Ss. Apostoli non è stato offerto alcun tavolo né spiraglio di interlocuzione. Ci chiediamo pertanto, e chiediamo alle istituzioni che governano questa città, fino a che punto siano disponibili a portare avanti questa folle corsa contro un muro in nome di una legalità totalmente priva di giustizia sociale, sensatezza e umanità. Siamo ancora in tempo per convocare le istituzioni competenti e le forze sociali coinvolte, per costruire una strada ed un percorso comune e serio, prima che la città divenga una immensa tendopoli, prima che la città venga caricata di nuove pesanti ed insensate tensioni, e si trasformi nel campo di un vero e proprio genocidio sociale dei poveri e dei migranti.
Movimento per il Diritto all’Abitare